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Come fare un piano Marketing Strategico e Operativo.

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Come fare un piano di Marketing Strategico e Operativo.

Il Piano di Marketing è tutto ciò che serve prima di ogni tipologia di investimento. Ogni azienda deve nascere con a seguito un Piano di Marketing.

Se non hai mai ottenuto risultati dagli investimenti pubblicitari il motivo è semplice: chi si è occupato di fare promozione per te ha investito solo su strumenti inutili per il tuo Business. Tutto sarebbe stato diverso in presenza di un Piano di Marketing.

“Un esercito vittorioso prima vince, poi dà battaglia; un esercito destinato alla sconfitta prima dà battaglia, poi spera di vincere.“ – Sun Tzu –

Investire solo sugli strumenti equivale a dare direttamente battaglia e andare incontro a sconfitta certa; investire prima in un Piano Marketing invece, a vincere la guerra prima di andare in battaglia.

Ricordi la storia dell’impavido Leonida, re di Sparta? Leonida era un abilissimo guerriero e stratega, e infatti, durante la battaglia delle Termopili, nonostante disponesse “solamente” di 300 soldati, riuscì a infliggere importanti perdite all’esercito persiano di Serse.

Leonida aveva un Piano che aveva elaborato ancor prima di andare in battaglia contro i persiani. Battaglia che, se non fosse stato per il vile tradimento di Efialte, che rivelò a Serse come aggirare il Piano Strategico di Leonida, avrebbe sicuramente vinto.

Ora, prima di procedere con la lettura di questo articolo, voglio che tu prenda consapevolezza di alcuni dati, cosicché possa comprendere fino in fondo l’importanza che un piano di marketing assume in qualsiasi strategia di business.

Primo dato:

“La crisi causa il fallimento della metà delle imprese italiane dopo solo 5 anni di attività: la Cgia di Mestre accusa il Governo di essere sordo al dramma delle aziende e degli imprenditori, che da inizio anno si sono tolti la vita già in 23.

[…]

A pesare sugli imprenditori sono in particolar modo «tasse, burocrazia, ma soprattutto la mancanza di liquidità».”

(fonte: www.pmi.it)

È chiaro che la pressione fiscale e gli aspetti burocratici siano un peso per le PMI italiane, ci mancherebbe. Ma il peso lo senti se apri la tua azienda senza alcuna pianificazione.

http://www.pmi.it/economia/mercati/news/54786/fallimenti-imprese-il-50-chiude-in-5- anni.html

Secondo dato:

Il 42% delle start-up fallisce perché non ha mercato. La presenza di mercato per il tuo settore è un dato che si evince nella prima fase di elaborazione di un Piano di Marketing. (https://www.cbinsights.com/research-reports/The-20-Reasons-Startups-Fail.pdf)

Terzo dato:

Dal sito Autopsy (http://autopsy.io/) puoi verificare tutte le cause di fallimento delle startup e di come quest’ultime ne abbiano tantissime in comune. Tutte queste cause si sarebbero potute tranquillamente evitare eseguendo prima un Piano Marketing.

Se ancora non ci sei arrivato tranquillo, leggendo questo articolo capirai perché è tutto collegato.

Entriamo quindi subito nel merito.

Un buon Piano di Marketing, si compone necessariamente dei seguenti processi (non è mai possibile cambiare l’ordine di questi):

  1. Analisi di mercato;
  2. Analisi del target;
  3. Analisi della concorrenza;
  4. Progettazione del Brand e del posizionamento aziendale sul mercato;
  5. Progettazione della strategia;
  6. Misurazione e tracciamento kpi e obiettivi.

1. Analisi di mercato.

Grazie all’Analisi di Mercato saprai, PRIMA di investire qualsiasi euro in strumenti e pubblicità, se esiste già un pubblico disposto a comprare i tuoi prodotti o servizi. Qual è la dimensione potenziale di questo pubblico e quali luoghi, virtuali e non, di solito frequenta. Oltre a fornirti preziose informazioni su questo pubblico, l’Analisi di Mercato ti permette di scoprire chi sono i tuoi REALI concorrenti, quanti sono, come operano sul mercato e come sono (se lo sono) posizionati.

È indispensabile dunque l’Analisi di Mercato? Direi assolutamente obbligatoria. Se dovessi infatti fare riferimento alla struttura di un immobile, affermerei che il Piano Marketing è l’immobile, l’Analisi di Mercato le sua fondamenta. L’immobile dunque può reggersi solo su fondamenta solide.

Se e solo se i numeri dell’Analisi di Mercato giocheranno a tuo favore e a quelli dell’idea di impresa che hai in mente, nel tempo, se applichi con impegno e dedizione tutti i principi del Marketing, avrai sicuramente SUCCESSO.

In alternativa avrai evitato di buttare nel vuoto migliaia e migliaia di Euro in investimenti inutili. D’altronde che razza di senso ha piazzare un’offerta se non esiste alcuna domanda?

Il pubblico di cui sopra rappresenta appunto la domanda di mercato, domanda che è possibile dividere per intenti di ricerca:

Intenzioni di acquisto: il pubblico deve risolvere un problema o soddisfare un bisogno ed è alla ricerca di una soluzione immediata (acquistare un prodotto-servizio, prenotare una camera di un hotel, prenotare un viaggio etc.);

Intenzioni informative: il pubblico deve informarsi riguardo un prodotto-servizio, un’azienda, una meta turistica etc. prima di procedere all’acquisto/prenotazione;

Intenzioni latenti: il pubblico non è ancora coinvolto in alcuna azione o ricerca, benché abbia volontariamente espresso preferenze per una determinata categoria o marchio (es. mettendo like a una specifica pagina facebook, interagendo con un determinato blog etc.)

Le intenzioni di acquisto ti aiutano a capire se c’è qualcuno che attivamente cerca già prodotti o servizi simili ai tuoi, oppure soluzioni a problemi che tu risolvi tramite la vendita dei tuoi prodotti o servizi.

Sapere in anticipo se esiste già qualcuno che cerca Online i tuoi prodotti o servizi ti farà comprendere, in parte, come e dove intercettare queste persone.

Per verificare le domande relative alle intenzioni di acquisto e informative, puoi utilizzare qualsiasi strumento di Keyword Research (ne ho parlato in maniera dettagliata in questo articolo).

Sono semplicissimi da utilizzare e i dati che dovrai tenere sempre sott’occhio sono:

  1. Il volume medio di ricerca della tua parola chiave: ti farà capire quanto rilevante è un argomento per i tuoi potenziali clienti e quante volte in media al mese viene cercato online. Quindi se ha senso o meno puntare su questo argomento specifico.
  2. Il livello di concorrenza: quante aziende stanno concorrendo al posizionamento di una determinata parola chiave.
  3. Il costo medio per clic: di solito più è alto il livello di concorrenza più è alto l’investimento richiesto in termini di costo per clic.

La domanda relativa alle intenzioni latenti invece, rappresenta tutte quelle persone che ancora non stanno cercando i tuoi prodotti, i tuoi servizi o i problemi che essi risolvono, perché magari ancora non lo conoscono o non ne hanno bisogno al momento specifico, ma se debitamente stimolati potrebbero esserne interessati.

La domanda che devi tenere sempre a mente è:

“Dove sono e cosa fanno i miei potenziali clienti? Come posso intercettare chi non cerca ancora il mio prodotto ma può esserne interessato?”

Capisci che conoscere per bene il pubblico al quale ti stai per rivolgere, sapere quali problemi hanno, quali sono gli interessi in comune, quali luoghi (online e offline) frequentano, siano gli unici dati necessari per impostare in seguito tattiche e strategie e quali strumenti selezionare in base agli obiettivi da perseguire.

Ecco perché non dovresti mai partire al contrario e cioè scegliendo prima gli strumenti.

Sono gli strumenti che devono piegarsi al volere delle strategie e degli obiettivi, mai il contrario!

Gli strumenti migliori per verificare la domanda relativa alle intenzioni latenti sono i social networks in quanto offrono un’ottima profilazione degli iscritti in base a vari fattori, es: posizione geografica, età, sesso, lavoro, interessi, hobby etc.

Ben inteso che sono gli strumenti che si utilizzano più di frequente, ma ne esistono davvero tanti se facciamo riferimento a siti e piattaforme verticali e tematici.

Il principio di base resta sempre lo stesso: testare, misurare e calcolare il ROI (ritorno sull’investimento).

Un altro dato che va verificato, anche per confermare i dati raccolti dall’analisi della domanda, sono le tendenze di ricerca da parte degli utenti negli ultimi anni per un dato argomento.

In questo caso lo strumento che di riferimento è Google Trends.

Grazie a Google Trends potrai verificare quelle che sono le tendenze di ricerca nel tempo e gli andamenti di mercato negli ultimi anni.

Ti aiuterà a capire se c’è qualcuno interessato ai tuoi prodotti e/o servizi, in quale misura né è interessato, qual è la tendenza stagionale delle ricerche e come questa potrebbe influire sulla pianificazione del tuo piano di comunicazione.

Saprai quali sono i servizi o i prodotti di maggior interesse, quali benefici sono rilevanti per i tuoi potenziali clienti, e quali argomenti si sviluppano (e se sono in crescita) attorno al tuo settore.

Un ultimo dato che potrai analizzare da Google Trends è capire quali sono le zone geografiche della tua area di intervento più sensibili alle tue future offerte di vendita.

I dati raccolti finora sono indispensabili e ti preparano a risolvere l’equazione che sta alla base di ogni buon modello di piano marketing che si rispetti e che spesso ne decreta il successo o meno: il processo di acquisto dei tuoi clienti.

2. Analisi del target.

Spero tu ti renda conto dell’importanza sia dei dati raccolti finora sia di conoscere in anticipo alcuni dati importanti sui tuoi potenziali clienti.

Quanto più conosci dei tuoi potenziali clienti, tanto più sarà chiaro capire come e dove intercettarli, su quali contenuti-informazioni dovrai lavorare e fornire successivamente.

Lo sforzo da parte tua in questa fase è quello di eseguire un identikit dei tuoi potenziali client tramite analisi specifiche, nell’ordine:

  1. Identificazione e segmentazione tramite dati demografici, sociali e psicologici;
  2. Definizione del processo di acquisto, apportando azioni mirate e specifiche per fase del processo stesso, come ad esempio:
    1. In fase dell’individuazione del problema, stimolare la consapevolezza dei bisogni.
    2. In fase di ricerca delle informazioni, fornire informazioni sui prodotti.
    3. In fase di valutazione delle alternative, fornire strumenti di valutazione.
    4. In fase di decisione di acquisto, instaurare un rapporto di fiducia.
  3. Comprensione del modo in cui il tuo pubblico si rapporta e si comporta nei confronti del mondo e della vita in generale, comprendendo come percepisce le informazioni e come agisce in seguito all’acquisizione delle stesse;
  4. Scoperta delle reali leve psicologiche che spingono il tuo pubblico all’acquisto del tuo prodotto-servizio;
  5. Identificazione della strategia comunicativa in base al coinvolgimento e alla tipologia di approccio, se più razionale o più emotivo;
  6. Identificazione dei contenuti da produrre, il formato di supporto e dei canali di distribuzione.

Solo una volta raccolte tutte queste informazioni, prima di procedere correttamente con il resto dello sviluppo del tuo Piano di Marketing, devi necessariamente conoscere chi sono i tuoi reali concorrenti, cosa stanno facendo al momento e soprattutto come puoi posizionarti differentemente rispetto a loro.

3. Analisi dei concorrenti.

Conoscere a fondo i tuoi concorrenti ti permetterà nella fase successiva, di progettare al meglio il tuo posizionamento di mercato.

Per capire chi sono i tuoi concorrenti ti basta effettuare una ricerca su Google per parola chiave del settore, prodotto o servizio, che identifica il tuo mercato.

A questo punto dovrai annotare la lista dei concorrenti che appariranno nei risultati di ricerca, sia a pagamento (gli annunci Google ADS per intenderci) e sia quelli organici (non a pagamento).

Una volta capito chi sono, dovrai studiare a fondo i loro siti web, le loro pagine facebook e in definitiva – per quanto possibile -, tutte le piazze virtuali da loro occupate.

Studiare a fondo la tua concorrenza ti permette di capire:

  1. Se ci sono punti deboli (o di forza) che puoi sfruttare a tuo vantaggio;
  2. Il tipo di offerta proposta e il pubblico di riferimento;
  3. Il tipo di comunicazione, la strategia comunicativa e il tono utilizzato;

Se il tuo tipo di attività prevede che ci siano anche dei concorrenti offline, dovrai cercare di estendere questo tipo di ricerca – per quanto possibile – anche nella vita reale, visitando i loro punti vendita o uffici, entrando in possesso del loro materiale di marketing e, nel caso, dei loro preventivi.

In seguito alla raccolta di queste informazioni, potrai andare al passaggio successivo.

4. Progettazione del Brand e del posizionamento.

Erroneamente si crede che fare marketing equivalga SOLO a lanciare sul mercato il prodotto migliore, vale a dire che il prodotto migliore appunto sia l’elemento vincente.

Così non è.

Ognuno di noi percepisce il mondo attorno a sé mediandolo attraverso gli occhi e la mente. Ogni verità è una percezione condivisa da molti.

Attraverso le percezioni creiamo la realtà attorno a noi. Sono le percezioni che fanno scegliere chi crediamo esser “lo specialista” per la soluzione dei nostri problemi.

Proprio per questo motivo, ancor PRIMA di definire le strategie di promozione, dovremmo individuare un posizionamento che ci renda unici agli occhi dei potenziali clienti e quindi ben differenti dalla concorrenza.

È per questo motivo che nell’analisi di mercato devi studiare attentamente i tuoi concorrenti. In cosa sei differente da loro? Come risolvi meglio di loro i problemi dei tuoi potenziali clienti?

5. Progettazione della strategia.

Solo adesso è arrivato il momento di decidere attraverso quali tattiche, strumenti e canali dovrai mettere in atto il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

Anche perché a questo punto dovresti saper rispondere alla seguente domanda:

“A parità di prezzo e qualità, perché un cliente dovrebbe scegliere me piuttosto che il mio concorrente?”

Se non hai ancora la risposta a questa domanda, torna su e ricomincia tutto da capo.

In alternativa sei anche in possesso di dati che valgono oro:

  • Conosci la domanda di mercato
  • Sai qual è il bacino del mercato potenziale
  • Conosci le piazze virtuali e non dove intercettare il tuo target
  • Conosci i problemi del tuo target
  • Conosci a fondo la tua concorrenza
  • Hai impostato per bene il tuo brand

Con questi dati alla mano quello che devi fare ora è progettare il tuo imbuto di vendita (o sales funnel).

In un certo senso attraverso i passaggi precedenti dovresti aver “decriptato” il processo di acquisto dei tuoi potenziali clienti.

Quindi pensa a questo processo come se fosse un gigantesco imbuto:

Dal modello teorico dell’imbuto devi tirar fuori il modello pratico:

 

Sulla base del modello pratico devi, nell’ordine:

1. Intercettazione domanda latente: intercettare con una comunicazione mirata e specifica tutti quei potenziali clienti che attualmente non conoscono e non cercano sui motori di ricerca il tuo prodotto o servizio, compresi gli argomenti correlati.

2. Intercettazione domanda consapevole: intercettare con una comunicazione mirata e specifica quei potenziali clienti che attualmente non ti conoscono, ma cercano sui motori di ricerca sia gli argomenti correlati al tuo prodotto o servizio sia prodotti o servizi dalla tipologia simile alla tua.

3. Connessione: connetterti e iniziare ad interagire con i visitatori che non hanno richiesto attivamente il tuo prodotto o servizio, ma accedendo al tuo sito, hanno mostrato interesse per gli argomenti trattati. Un ottimo modo per connetterti al tuo pubblico potenziale è fornire loro appunto un’offerta di front-end in cambio del loro indirizzo mail, per iniziare a costruirti una lista mail profilata. In alternativa qualunque modo per tentare di restare in contatto con loro (retargeting ad esempio), in maniera tale che possano continuare a ricevere comunicazioni, offerte e notizie da te.

4. Gestione delle connessioni e Lead Management: gestire con passaggi automatizzati le interazioni con i tuoi potenziali clienti. Senza intervenire personalmente sul singolo utente, dovrai attivare un sistema che in maniera automatica gestisca e riconosce ogni singolo utente, profilando a seconda dell’interesse dimostrato e del suo punto d’ingresso nel tuo imbuto di vendita.

5. Intercettazione domanda consapevole specifica: farti trovare efficacemente e facilmente da quei potenziali clienti che digitano il tuo nome o brand sul web.

Quindi non dovrai far nient’altro (si fa per dire) che rispondere a queste domande:

  • Attraverso quali tattiche e strumenti posso intercettare il mio potenziale cliente?
  • Attraverso quali tattiche e strumenti posso connettermi al mio potenziale cliente?
  • Attraverso quali tattiche e strumenti posso convertire il mio potenziale cliente in cliente?
  • Attraverso quali tattiche e strumenti posso convertire il mio cliente in cliente fidelizzato e spingerlo al riacquisto e a stimolarlo per testimonianze e referenze?

Ora che hai selezionato con criterio e NON alla pene di segugio gli strumenti, e avviato la tua strategia, dovrai preoccuparti dell’ottimizzazione dei vari processi.

Potrai farlo solo raccogliendo e analizzando per bene i numeri dei test che eseguirai.

La morale alla fine di questo articolo di cui voglio ti renda conto, è che gli strumenti devono essere selezionati solo alla fine del Piano di Marketing e in base all’obiettivo che dovranno perseguire.

 

6. Misurazione dei kpi e degli obiettivi.

Gli obiettivi di ogni azienda, quelli vitali imprescindibili, dovrebbero essere:

  • Acquisizione contatti profilati – list building;
  • Vendite, aumento fatturato e margini;
  • Ri Vendite – gestione e fidelizzazione community.

Obiettivi raggiungibili attraverso:

  • Analisi di mercato;
  • Posizionamento;
  • Focalizzazione;
  • Pianificazione strategica.

Quindi non cadere mai nell’errore di MISURARE il successo della tua strategia attraverso:

  • Aumento visite sul tuo sito;
  • Aumento like su Facebook;
  • Numero appuntamenti o richieste di preventivo;
  • Etc.

Questi dati non ti “danno da mangiare” e diffida sempre da tutti coloro che identificano i risultati con questi numeri.

Questi risultati vanno esclusivamente considerati come indicatori di performance (KPI) delle tue Strategie di Marketing, e mai come OBIETTIVI.

Dei buoni KPI potrebbero (il condizionale è d’obbligo) indicare che l’intera strategia verte in direzione degli obiettivi. Cosa voglio dire? Che se comunque gli obiettivi (acquisizione contatti, vendite etc.) stentano a essere raggiunti, c’è sicuramente qualcosa da modificare.

Quindi un’altra operazione fondamentale è quella di misurare campagne, strategie e strumenti.

Dovrai essere in grado di comprendere a pieno la bontà di ogni decisione presa e continuare a essere il vero pilota che guida la propria azienda.

Per un imprenditore come te, l’entusiasmo professionale arriva solo quando si chiude un contratto, si fa una vendita, si fattura. Se il sistema è definito e implementato in maniera corretta – come già affermato più volte – allora porterà risultati in termini di vendita, prospect, fatturati e utili.

Gli unici VERI risultati di un’azienda hanno a che fare con acquisizione di clienti, fatturato e utile.

E quindi… come potrai valutare l’efficacia del tuo Piano di Marketing? Tracciando e misurando le cosiddette conversioni attraverso altri KPI (indici di performance) ben precisi e ben più importanti dei like su Facebook.

Ti riporto solo alcuni esempi per farti capire meglio.

CLICK THROUGH RATE (CTR):

“Percentuale di clic” in italiano è un tasso che misura l’efficacia di una campagna pubblicitaria online, ma non solo.

Se ad esempio un banner o messaggio pubblicitario esposto sul Web è visualizzato 100 volte e una persona vi clicca sopra, il CTR risulterà dell’1%; è quindi considerato un indicatore significativo dell’interesse dell’utenza nei confronti del messaggio proposto. Le percentuali medie CTR nel corso degli anni si sono ridotte anche molto al di sotto del 1%, così che oggi un CTR del 2% è da considerarsi un ottimo successo.

CONVERSION RATE (CR):

è la percentuale di visitatori unici che hanno effettuato l’operazione desiderata visitando il sito, una landing page o una pagina obiettivo. L’azione desiderata potrebbe essere condurre vendite, iscriversi ad una newsletter, effettuare acquisti, osservare una pagina chiave del sito, o altre azioni misurabili.

Se ad esempio tuo e-commerce raccoglie in media 1000 visitatori unici al giorno e, di questi 1000, 50 in media acquistano un prodotto, il tasso di conversione del tuo sito è del 5% (per il periodo preso in considerazione. Misurare il tasso di conversione, e effettuare dei test al fine di migliorarlo, è importante perché a incrementi che possono sembrare irrisori può corrispondere una crescita esponenziale dei risultati.

Consideriamo l’esempio fatto prima ponendo il caso che grazie ai numerosi test riuscissimo a far crescere il tasso di conversione dal 5% al 6%. Questa variazione produce un incremento di 10 vendite (da 50 a 60) ogni 1000 visitatori del tuo sito. È un indice di performance molto importante da considerare per qualunque business on line. Poiché acquisire traffico sul proprio sito web COSTA, migliorare il tasso di conversione vuol dire ottenere maggior risultati a parità di costi. L’importanza è quindi ovvia.

CLICK TO OPEN RATE (CTOR): Il CTR è calcolato comunemente dal rapporto tra numero di clic e numero di impressions, ma può essere messo in relazione anche con il numero di persone che hanno cliccato che generalmente è considerato più attendibile. Infatti se un utente ha visualizzato il messaggio pubblicitario e vi clicca sopra più volte, il CTR aumenta (anche se i cliccatori in realtà non sono aumentati), mentre il CTOR resta inalterato. Il CTOR è determinante per valutare il successo di campagne marketing on-line o email, newsletter, etc., e per una corretta e più utile profilazione del proprio database di contatti.

Ad ogni modo evita l’errore di valutare campagne con obiettivi diversi tutte allo stesso modo, e cioè valutandone le performance prendendo in considerazione kpi identici per tutte: attribuisci a ogni campagna obiettivi e kpi specifici.

Per aiutarti ti faccio alcuni piccoli e semplici esempi:

  • Se fai campagne per far scoprire il tuo brand o prodotto o servizio, e hai quindi come obiettivo la copertura di un territorio o aumentare la notorietà del tuo brand, misura il raggiungimento di questi obiettivi tramite questi kpi: copertura e impression.
  • Se fai campagne per aumetnare il traffico sul tuo sito web, e hai quindi come obiettivo la visutalizzazione della tua piattaforma, misura la performance di queste campagne tramite i seguenti kpi: clic unici in uscita, ctr, cpc.
  • Se fai campagne per aumentare le conversioni sul tuo sito web, e hai quindi come obiettivo l’aumento delle vendite o dei contatti, misura l’efficacia di queste campagne tramite questi kpi: cr, contatti e vendite.
  • Per ognuna di queste campagne calcola sempre il ROAS e il costo per risultato.

Ce ne sono ancora molti altri ma, per il momento, credo possano bastarti questi per poter valutare al meglio sia la tua strategia di Web Marketing sia i fornitori che ti sei scelto.

Attraverso questi dati imparerai a ottimizzare il traffico organico proveniente da Google, ottimizzare le tue campagna a pagamento, ottimizzare la tua comunicazione e le tue offerte e ad abbassare i costi di investimento nelle campagne SEM.

Inoltre dovrai monitorare altri dati importanti:

  • la percentuale di persone che da una fase dell’imbuto scende a un livello inferiore;
  • la percentuale di persone che legge i tuoi articoli di blog per intero;
  • quanto converte il tipo di comunicazione che hai adottato;
  • come risponde la tua lista email profilata alle tue comunicazioni;
  • etc.

Resta ben inteso che in realtà l’argomento della pianificazione di una Strategia di Marketing è molto più ampio ed esteso e, per la sua complessità, non può di certo essere trattato nella sua pienezza in questo articolo. L’importante è che io ti abbia messo di fronte al fatto che il lavoro da fare non è semplice. Certo non complicato, ma va fatto in maniera seria e costante, e che infine se non sei tu il primo a darti da fare seriamente e a compiere scelte strategiche, coraggiose e sensate, finirai anche tu per dare la colpa a tasse, burocrazia e crisi.

Roccia!

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Cosa significa SEO? Tutte le risposte in questa guida pratica.

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Cosa significa davvero fare SEO, cioé ottimizzare dei contenuti affinché vengano posizionati?

Avere un Sito Web, per un Business in cui parte del processo di acquisto dei clienti a cui si rivolge si svolge online, è di estrema importanza.

Nell'articolo "Come strutturare un sito web" ti ho spiegato quali sono tutte le componenti che possono decretare il successo o meno del tuo sito web. In questo nuovo articolo invece ti spiego cosa significa SEO e perché questa disciplina è di vitale importanza per la tua azienda.

Attenzione! Non ti trasformerai in un “Mandrake della SEO”, dovrai comunque rivolgerti a un Seo Specialist (che è la figura professionale che si occupa di questa disciplina), con la differenza che sarai finalmente in grado di valutare attentamente la bontà del suo operato.

Cosa significa SEO?

Per capire cos’è la SEO, partiamo dalla definizione più conosciuta e diffusa: fare SEO (acronimo di Search Engine OptimizationOttimizzazione per i motori di ricerca) significa “semplicemente” fare in modo di essere intercettati da nuovi potenziali clienti, o meglio farsi trovare nel momento stesso in cui un utente digita il nome del tuo prodotto o servizio su Google, oppure è in cerca della soluzione al problema che il tuo prodotto o servizio risolve.

Le parole che un utente inserisce nella barra di ricerca di Google ad esempio, prendono il nome di Keywords (parole chiave) e, il risultato della ricerca restituito da Google il nome di SERP (Search Engine Result Page).

Per fare SEO bisogna conoscere le parole chiave utilizzate dai nostri potenziali clienti, “farle nostre”, inserirle strategicamente all’interno dei nostri contenuti di Marketing Online, cosicché da consentirci – o tentare – di intercettare la ricerca degli stessi.

Questo è il significato di base. Per me vuol dire molto ma molto altro.

Per me SEO significa avviare una serie di tattiche finalizzate al venire in mente alle persone (non per forza come scelta preferenziale, ma di certo con un bel vantaggio rispetto ai concorrenti) nel momento in cui hanno bisogno di te.

Mi spiego meglio.

Fare SEO è un attività che richiede un grosso investimento in termini di tempo e di denaro, soprattutto lì dove c’è molta concorrenza, col fine di:

  1. Intercettare i bisogni o i problemi dei nostri potenziali clienti;
  2. Catturarne l’attenzione;
  3. Convincerli a leggere il nostro contenuto piuttosto che altri;
  4. Presenziare ogni luogo virtuale da cui ottengono o cercano informazioni;
  5. Abituarli alla nostra presenza, creando relazione e fiducia, cosicché la loro prossima ricerca, con molta probabilità, si ripeterà sul nostro “social media” e non partendo direttamente da Google.

Dunque SEO NON significa:

  • essere in prima pagina con il tuo nome e cognome o con il nome della tua ragione sociale;
  • essere in prima pagina per parole che in realtà nessuno cerca;
  • essere in prima pagina solo per alcuni contenuti al fine di generare visite univoche.

Facciamo un esempio pratico:

Se ad esempio hai un’attività che si chiama “SportTop Srl” che si occupa di vendere articoli sportivi online, non ha nessun senso posizionarsi, e dunque comparire in prima pagina, con la parola chiave “SportTop Srl”. Cioè, è chiaro che devi esserci anche per quella ricerca, ma la SEO può essere chiamata tale solo se serve a farti trovare soprattutto da nuovi potenziali clienti, NON da chi già ti conosce. Sarebbe più opportuno invece comparire in prima pagina per la ricerca “Mountain bike Atala 27”, oppure “Come scegliere una bicicletta da passeggiata”.

Nota!

È importante capire prima di tutto se effettivamente la gente cerca il tuo prodotto o servizio oppure ricerche correlate ad essi. Ti spiego meglio tra qualche riga, continua a leggere.

Ormai internet è sempre più alla portata di tutti. Pensa solamente che, milioni di persone, ogni giorno, cercano sul web – che è il più grande mercato del mondo – attività come la tua.

Un sito internet ti da l’opportunità di essere visibile 24 ore su 24, e 365 giorni l’anno.

Già dal 2014, 62 italiani su 100 erano connessi a internet con un trend di crescita costante. Stando ai dati di World Bank, entro i prossimi 10 anni, TUTTI gli italiani saranno connessi a internet. La stessa ISTAT conferma il trend in crescita.

Tutto ciò deve portarti a riflettere sul fatto che, se ci sono così tante persone che navigano su internet e che aumentano di giorno in giorno, non credi che tra queste siano presenti anche i tuoi potenziali clienti?

E secondo te, i tuoi potenziali clienti, cosa cercano su internet?

Cercano attivamente informazioni per risolvere i loro problemi!

Quindi se il tuo prodotto/servizio risolve un particolare problema e dai le giuste informazioni cercheranno proprio te!

A questo punto ti chiederai se il tuo consulente SEO si sta muovendo nella giusta direzione, portando al tuo sito web traffico qualificato. Continua a leggere le prossime righe perché entriamo subito nel concreto.

Come eseguire una SEO corretta.

Nei prossimi paragrafi ti fornirò una vera e propria consulenza SEO cosicché tu possa fin da subito schiarirti le idee e – se vorrai -, contattare un SEO Specialist che ti aiuti a posizionare il tuo sito su Google. Esatto NON puoi agire da solo, devi per forza di cose avvalerti di un professionista che sappia quello che faccia.

Un SEO Specialist si muove attraverso tre fasi fondamentali:

  1. Analisi di mercato e relativa scelta delle parole chiave;
  2. Inserimento strategico di queste parole chiavi all’interno del tuo sito web;
  3. Strategie di per far citare il tuo sito web su altri siti o portali (cosidetta link building).

1. Analisi di mercato e scelta delle parole chiave.

Come ti ho detto qualche riga fa, se hai un’attività che vende articoli sportivi online, posizionarti per la parola chiave “SportTop Srl” non ha alcun senso. Piuttosto dovresti tentare di posizionarti per la categoria o lo specifico articolo che vendi sul tuo e-commerce o sul tuo sito.

Dunque, come sceglie un consulente SEO una parola chiave per il tuo Sito Web?

Seguendo questi passaggi:

  1. Scrive una prima lista dei prodotti/servizi che offri;
  2. Verifica le ricerche online degli utenti avvalendosi di appositi software di analisi;
  3. Visita e frequenta per un determinato periodo di tempo blog, forum, gruppi Facebook, che il tuo target utilizza per confrontarsi e/o chiedere supporto, con lo scopo di studiare da vicino il livello e lo stile di linguaggio utilizzato;
  4. Suddivide queste ricerche per intenti* (acquisto, approfondimenti, supporto);
  5. Utilizza le informazioni raccolte per trasformare le parole chiave in frasi chiave.

*Con intenzione di ricerca intendo dire che, quando eseguiamo una ricerca su Google, lo facciamo con un’intenzione ben precisa, come ad esempio:

  1. Acquistare un prodotto-servizio o per prenotare una camera di un hotel oppure un viaggio;
  2. Ottenere informazioni riguardo un prodotto-servizio, un’azienda, una meta turistica oppure su più hotel per scegliere quello giusto;
  3. Fare ritorno sul sito di un Brand specifico.

Quindi, diventa indispensabile sfruttare a nostro vantaggio le informazioni acquisite, studiando attentamente le intenzioni di ricerca del nostro target, cosicché:

  1. Se l’intenzione di ricerca del mio target è l’acquisto, mi concentro sul posizionare la pagina di vendita del mio prodotto-servizio;
  2. Se l’intenzione di ricerca del mio target è informarsi, mi concentro sul posizionare le pagine informative del mio prodotto-servizio. È ad esempio, uno dei principali ruoli di un blog, cioè quello di trattare da più punti di vista, argomenti specifici, educando, formando e informando gli utenti a cui si rivolge. Stai attento però: un blog ha senso di esistere, se e solo se, tratta di un tema di cui la gente può appassionarsi. Se sei una ferramente, ad esempio, evita di parlarmi delle caratteristiche di viti e bulloni, piuttosto – e al massimo – affronta argomenti come il fai da te e il bricolage;
  3. In ultimo, se l’intenzione di ricerca del mio target è far ritorno sul mio sito, mi concentrerò sul farmi trovare nel momento stesso in cui gli utenti digitano sul motore di ricerca il nome della mia azienda. Se può sembrarti assurdo, scontato o banale, fidati, ti assicuro che nella mia esperienza ne ho viste di tutti i colori.

Se ti va di avere contezza di quanto affermato fin’ora, prova tu stesso! Utilizza gli strumenti che ti suggerisco di seguito.

Il primo strumento che puoi utilizzare è Google Suggest (gratuito). Vai su google.it, inizia a digitare la tua parola chiave nel campo di ricerca e aspetta che Google in automatico ti suggerisca il completamento della frase. Quel suggerimento non ti viene restituito a caso: è Google stesso a suggerirtelo (appunto) poiché analizza ricerche simili fatte da altri utenti e con maggiore frequenza.

 

Il secondo strumento che puoi utilizzare è Ubersuggest (gratuito). Collegati al sito https://ubersuggest.io, inserisci la parola chiave che rappresenta il tema principale del tuo business, inserisci la nazione di tuo interesse, premi sul pulsante “SUGGEST”; il software ti restituirà come risultato, un elenco di tutte quelle frasi che contengono all’interno la tua parole chiave.

Nota bene. Le frasi che contengono più di 3-4 parole, hanno una concorrenza più bassa rispetto a quelle formate da 1-3 parole.

Cosa intendo con concorrenza? Per concorrenza ci si riferisce a un punteggio che indica il livello di concorrenza (basso-medio-alto) per ciascuna parola chiave, e cioè quante aziende, online, stanno utilizzando quella stessa parola chiave per contendersi le prime posizioni della prima pagina di Google.

Se il punteggio di concorrenza riferito a una parola chiave è basso, significa che pochissime aziende – o nessuna – compete online per ottenere un posizionamento per quella stessa parola chiave. In questo caso, posizionarsi ai primi risultati dovrebbe essere più semplice e richiedere poco tempo.

Al contrario, se il punteggio di concorrenza dovesse risultare medio-alto, significa che molte aziende stanno competendo online per una parola chiave, sia organicamente – con la SEO per intenderci – sia a pagamento – attraverso gli annunci Google ADS. In questo caso invece, posizionarsi ai primi risultati sarà più impegnativo oltre a richiedere molto più tempo.

In sostanza, più è alta la concorrenza a seconda del settore in cui si compete, più saranno impegnative le attività di SEO: i primi risultati potrebbero arrivare dopo mesi, anni o addirittura mai.

Se stai pensando di competere con Amazon, ad esempio, ti suggerisco già di ripensarci.

 

Il terzo strumento che puoi utilizzare è Answer The Public (gratuito). Le parole chiave composte da oltre 3-4 parole presentano anche un altro vantaggio: spesso hanno un numero medio di ricerche abbastanza elevato da poter giustificare degli sforzi in ambito SEO e, inoltre, presentano una percentuale di conversione più alta rispetto a quelle keywords formate da al massimo 1-3 parole (la Teoria delle coda lunga o long tail).

Per questo una volta che insieme al tuo consulente SEO avrai individuato le corrette parole chiave, dovrete trasformarle in frasi chiave, e cioè appunto una frase composta da almeno 3-4 parole all’interno della quale è presente la parola chiave per la quale intendi posizionarti.

La SEO dunque ti torna utile per:

  • Capire se esistono potenziali clienti online che cercano il tuo prodotto o servizio;
  • Capire se esistono potenziali clienti che cercano il problema che il tuo prodotto o servizio risolve, o il desiderio che soddisfa;
  • Capire quali sono le parole chiavi o frasi chiave per le quali tentare il posizionamento sui motori di ricerca.

2. Ottimizzazione sito web.

Adesso che hai la tua bella lista di parole e frasi chiave, è il momento di ottimizzazre il tuo sito web (conosciuta come ottimizzazione On Page).

L’algoritmo di Google è segreto, esattamente come la formula della Coca Cola. Non sono del tutto noti, e forse non lo saranno mai, i fattori che influenzano il posizionamento di un sito web. Se ne conoscono solamente alcuni grazie a tutti quelli che lavorano, testano e studiano ogni giorno seriamente l’ambito della SEO.

Inoltre non esiste nessun strumento in grado di poterti aiutare o garantire di poter ricevere determinati risultati. Gli strumenti e più in generale i software, sono di grande aiuto per il tracciamento automatico delle performance della tua SEO, oppure per fornirti alcuni suggerimenti di ottimizzazione. Ma la SEO può essere fatta solamente da una figura esperta, con costanza e dedizione, ricerca, test e sviluppo.

Alcuni dei fattori su cui puoi lavorare sono i seguenti:

  • Dominio (nome del tuo indirizzo web). Non sto dicendo che il dominio deve contenere la parola chiave strategica, anche perché non è più un fattore determinante per il posizionamento. È sempre meglio usare un dominio “brandizzato”, possibilmente corto e privo di trattini tra una parola e l’altra.
  • Hosting (spazio virtuale su cui sarà ospitato il tuo sito web). Un buon hosting deve permettere un decente caricamento delle pagine, dev’essere abbastanza snello e veloce. Certo non dipende sicuramente tutto dall’hosting, ma è comunque un aspetto fondamentale. Devi sempre puntare a migliorare l’esperienza utente. Puoi utilizzare GTMetrix o Google Speed Page per verificare le performance del tuo sito web e capire come puoi migliorarne le prestazioni.
  • Menu di navigazione e mappa del sito (ho approfondito questo tema in maniera dettagliata in questo articolo).
  • Ottimizzazione del testo. All’interno dei tuoi testi dovranno essere inserite strategicamente le parole e le frasi chiave che avrai selezionato nelle fasi descritte precedentemente. Indicativamente, è importante che queste siano presenti almeno nel titolo della pagina, nelle intestazioni di paragrafi e nel primo paragrafo della pagina. Bisogna fare attenzione a non ripeterla troppe volte, altrimenti si corre il rischio di essere penalizzati da Google. Il mio suggerimento è quello di utilizzare anche parole chiave correlate alla principale, simili o sinonimi. Tutto questo chiaramente potrebbe non essere sufficiente, infatti prendile solo come indicazioni.
  • Ottimizzazione delle immagini. Anche le immagini non dovranno essere trascurate: le corrette dimensioni con il giusto peso, nome file, tag alt, descrizione immagine e dove necessario didascalia.
  • Aspetti prettamente tecnici. In questa fase è necessario ottimizzare tutti quegli elementi elencati nelle Best Practices Seo di Google.

3. Pianificare la strategia di Link Building.

Questa strategia prevede di ricevere dei link in ingresso da parte di altri siti web. Nel senso pratico della cosa è quando un’altra persona inserisce sul proprio sito web un link che rimanda al tuo.

E perché mai un link in ingresso dovrebbe influenzare il tuo posizionamento?

L’obiettivo di Google è quello di essere il motore di ricerca leader sul mercato. Per raggiungere (o meglio mantenere) questo obiettivo deve adempiere alla sua Mission aziendale: fornire il MIGLIOR risultato a seguito di una ricerca da parte di un utente.

Se qualcun altro “linka” il tuo sito web o una tua pagina specifica, equivale a dire ai propri lettori “Ti raccomando anche di leggere o visitare questo sito o questa pagina”.

Se molte persone “linkano” il tuo sito web o una tua pagina specifica, per Google, è sinonimo di valore. Cioè Google considera i tuoi contenuti di valore per gli utenti.

Solo che questa pratica è stata molto abusata da sedicenti consulenti SEO, mettendo in pratica strategie del tutto scorrette.

A causa di ciò, Google, con l’introduzione di alcuni aggiornamenti, penalizza tutti quei siti che adottano questo tipo di pratica scorretta.

Come comportarsi dunque?

Nessun trucco magico, la strada è tanto semplice quanto difficile allo stesso tempo.

Semplice perché l’unica cosa che dovrai fare è creare contenuti di valore per i tuoi utenti. Non semplici contenuti in cui spieghi semplicemente chi sei, cosa fai e quanto sei bravo.

Devi prendere un problema nello specifico e aiutare i tuoi utenti a risolverlo. Devi diventare il punto di riferimento per il tuo settore… semplice no 🙂 ?!

Difficile perché trovare qualcuno disposto a “consigliare/linkare” i tuoi contenuti è un risultato che arriva col tempo. Quando i tuoi articoli sono ben posizionati sui motori di ricerca e quando ti sei fatto conoscere come SPECIALISTA per il tuo settore.

Un’altra strada che potresti percorre è quella che consiste nello scrivere articoli per altri portali a nome tuo e all’interno dei quali potrai inserire il link verso il tuo sito web.

È importante però che i link che riceverai in ingresso, provengano sempre e solo da portali con argomenti correlati ai tuoi.

Se vendi articoli sportivi, ricevere un backlink da un portale che tratta ricette di cucina sarà sicuramente e potenzialmente dannoso per il tuo posizionamento.

A questo punto la SEO è “completa”:

Non ti resta che selezionare un ottimo software per tenere traccia dei tuoi risultati nelle serp e monitorare gli andamenti; a questo punto ti consiglio di utilizzare la suite italiana SEOZOOM.

Ricordati che dovrai fare molta Analisi e stare attento ai più piccoli cambiamenti se vuoi apportare le corrette modifiche che ti aiuteranno a migliorare i tuoi risultati.

 

Roccia!

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Come strutturare e progettare un Sito Web di successo.

Immagine articolo di blog Come strutturare e progettare un Sito Web di successo

Come si idea, struttura e progetta un sito web di successo?

È frequente, quando si decide di costruire la propria presenza online, di scontrarsi con il dubbio: «E ora, come strutturo il mio sito web?»

Ogni tipo di Business dev'essere affiancato da un'adeguata strategia di Marketing e di Comunicazione. Comunicazione che, oltre a essere congruente con gli obiettivi di Marketing, deve intercettare prima e catturare l'attenzione dopo, tutti quegli utenti in cerca del tuo prodotto o servizio, e convertirli in clienti. È necessario dunque, che la struttura del tuo sito web, sia pensata in questi termini.

Come progettare un sito web inutile.

Il ragionamento più comune che spinge un imprenditore a rivolgersi a un’agenzia per progettare il suo sito web, è che non vuole rimanere indietro rispetto alla sua concorrenza:

I miei concorrenti hanno un sito web?! Devo averlo anche io, subito!

Il che non è del tutto sbagliato, attenzione! Ciò che in questo ragionamento c’è di sbagliato sono le motivazioni alla base di un investimento così IMPORTANTE e le conseguenze che queste comportano.

Voler essere al passo con la propria concorrenza è corretto, volerlo fare senza consapevolezza e senza sapere ciò che si fa, perché “l’invidia” o la voglia di rivalsa sono preponderanti rispetto a qualsiasi altro ragionamento, è dannoso oltre che scorretto.

In termini pratici se le motivazioni che ti spingono ad investire sono quelle appena descritte, un sito web non si rivelerà mai un investimento ma solamente un costo!

Un investimento, qualunque esso sia, deve necessariamente portare un ritorno economico nel breve, medio o lungo periodo.

Dunque se hai questo tipo di approccio è corretto parlare di COSTO, ma non puoi parlare di investimento.

Adesso vediamo in dettaglio perché.

Se la tua unica motivazione è “faccio vedere a quello (il tuo concorrente) che anche io ho un sito web…” non valuterai mai con attenzione, i motivi per cui un sito web dovrebbe essere realizzato.

Sicuramente le strade che percorrerai saranno 2.

1° strada. Ti rivolgerai a un’agenzia web o un freelance che, con una spesa media che varia tra i 500 e i 1.500,00 Euro, imposterà il lavoro grafico secondo i tuoi gusti, organizzerà la navigabilità del sito (quante pagine fare, come chiamarle, come collegarle, etc.) senza logiche di vendita, farà scrivere a te i testi e, una volta consegnato il lavoro, scomparirà per sempre.

In realtà è un po’ più articolato di così il processo per creare un sito web con queste figure, ma se togli tutti i fronzoli questo è ciò che succede.

2° strada. Hai un po’ di dimestichezza con i CMS, (software per creare siti web in maniera del tutto gratuita ad esempio. Wix, WordPress, Joomla, Drupal etc.), e vuoi provvedere da solo a mettere su il tuo sito web.

Eseguirai il download di una veste grafica personalizzabile e carina da uno dei tanti servizi online che vendono template per siti web, magari cercando il servizio così su Google “template siti web gratis italiano”. Poi penserai ad organizzarlo secondo logiche non attinenti alla vendita, ma piuttosto ad una presentazione. Per ultimo butterai giù qualche testo, rigorosamente in italiano super formale e pieno di tecnicismi, per far vedere che la tua azienda ne sa.

Percorrendo entrambe le strade otterrai lo stesso risultato, avrai creato un sito web completamente inutile!

Sai perché?

Non fermarti, continua a leggere e ti svelo in dettaglio cosa né tu né il 90% delle web agency considerate.

Come progettare un sito web utile.

L’unico scopo nel creare il tuo sito web (per un business che ha bisogno di monetizzare) è quello di GENERARE contatti e clienti! Dev’essere quindi orientato alla vendita. Il tuo sito web rappresenta a tutti gli effetti uno strumento di marketing, strumento identificato, selezionato e progettato all’interno della tua strategia di Marketing, e a cui è delegato uno o più specifico obiettivo.

 

“Uno strumento di Marketing dev’essere in grado di portare avanti autonomamente e inconsciamente una trattativa di vendita con un potenziale cliente e che sia invisibile per la concorrenza.”

Per far ciò, un sito web che funzioni alla perfezione deve essere PENSATO da te in termini di obiettivi di vendita da raggiungere (solo tu conosci per bene il tuo settore e il tuo business, non l’agenzia web-creativa-di comunicazione), e progettato da dei professionisti che trasformino la tua esperienza e il tuo lavoro in una comunicazione mirata e costruita in base a precise caratteristiche imprescindibili.

Queste caratteristiche prevedono NECESSARIAMENTE il coinvolgimento di più competenze, e conseguentemente di più professionisti in diversi settori.

Prima di vedere nel dettaglio quelli che sono gli elementi di successo di un sito internet, tengo a precisare tre aspetti da non sottovalutare:

  • Un sito web dev’essere consultabile in qualunque momento, attraverso qualunque dispositivo e con una velocità accettabile.
  • Un sito web di successo oltre a funzionare alla perfezione deve fornire una esperienza utente positiva: facile da navigare, tutte le informazioni dovranno essere disposte in maniera chiara in modo tale da renderle facilmente accessibili.
  • Un sito web di successo deve essere costruito per il tracciamento: ogni utente che visita il sito, per quanto possibile, dovrà essere categorizzato e profilato per impostare successivamente una comunicazione specifica e ad hoc per lui. Per far questo il sito deve essere strutturato in maniera specifica. (Usare SOLO Analytics di Google non significa tracciare l’utente!).
  • Ripetiamo, un sito web di successo deve essere pensato, progettato e orientato alle conversioni: la tua piattaforma, a prescindere che sia un sito web, un e-shop, una piattaforma di e-learning o una web app, è uno strumento di marketing a tutti gli effetti, e come tale l’essenza della sua esistenza è perseguire uno o più obiettivi: generare contatti, vendite o educare il mercato al tuo prodotto o servizio.

Architettura dell'informazione (o struttura) di un sito web.

È innanzitutto necessario che le informazioni proposte agli utenti ispirino fiducia e vengano percepite come utili. Pertanto è fondamentale realizzare un sito web dal facile utilizzo.

In questa fase del lavoro, in base all’analisi di mercato di riferimento e in base alle informazioni a tua disposizione (grazie alla tua esperienza), la struttura del sito dovrà essere il più efficace e più semplice possibile. Ogni contenuto dovrà essere facilmente consultabile.

Dovrai impostare logiche di consultazione specifiche per il tuo settore e in base a queste realizzare le logiche di navigazione del tuo sito.

Se ti rivolgerai agli improvvisati di cui ti parlavo qualche riga fa, ti diranno subito, senza analizzare nulla e senza pensarci per più di 5 secondi, che per il tuo sito è necessaria una home, un chi siamo, una pagina con tutti i servizi e i contatti. Stop.

Poi con quel sito, invece di clienti, al massimo catturerai le mosche. Tanto che importa, i soldi buttati sono i tuoi, mica i loro!

Sforzati di pensare come un cliente, il tuo cliente! Non come un venditore!

L’analisi di mercato ti dice esattamente quali argomenti cercano i tuoi potenziali clienti, di quali e quante informazioni necessitano, quali sono i loro dubbi e le loro problematiche. Struttura il tuo sito per rispondere esattamente a queste esigenze.

Content Marketing (i contenuti) di un sito web.

Il CMS – Content Management System è il software che permetterà al tuo sito di funzionare e inoltre ti consentirà di gestire i contenuti del tuo futuro sito in completa autonomia, in quanto non è richiesta alcuna competenza tecnica in merito.

Di CMS ne esistono davvero tanti, ma dei veri professionisti avranno cura di selezionare quello più adatto a te per semplicità di utilizzo, sicurezza dei dati e performance. Dopodiché procederanno alla sua verticalizzazione.

NOTA: Verticalizzare è un termine tecnico che significa “personalizzare ad hoc per un settore o per uno specifico caso”. Con la verticalizzazione, si concretizza l’architettura dell’informazione attraverso il CMS stesso: si creano le pagine della piattaforma in base alla struttura studiata e si caricano testi, immagini e video.

In pratica è una personalizzazione, si creano le pagine del sito in base alla struttura studiata e si caricano testi, immagini e video.

Nel caso sul mercato non esista nulla che si conformi alle necessità del tuo business o della tua struttura aziendale, bisogna provvedere a realizzarne uno proprietario.

Come già detto la tipologia di contenuti da creare e inserire sul tuo sito web, dipenderà esclusivamente dal processo di acquisto dei tuoi clienti (ne ho parlato in maniera approfondita in questo articolo), in genere però, più complesso è il prodotto-servizio che vendi, più saranno i contenuti che dovrai creare e mettere a disposizione dei tuoi clienti. Esempi di contenuti:

  • Sociali: momenti di vita aziendali, storytelling etc.
  • Dimostrativi: casi di successo, demo gratuite etc.
  • Autorevoli: certificazioni, menzioni da parte di grandi brand o testate giornalistiche etc.
  • Formativi: articoli di blog, tutorial etc.
  • Informativi: caratteristiche del prodotto-servizio, informazioni di contatto etc.
  • Commerciali: prezzo, scadenze etc.

Copywriting (i testi o il copy) di un sito web.

La scrittura orientata a persuadere e vendere, detta appunto copywriting, è la tecnica di scrittura che deve essere utilizzata per creare i testi del tuo sito web

La tua piattaforma non può essere uno strumento fine a sé stesso, sarebbe inutile. Per questo tutti i testi presenti al suo interno dovranno dare informazioni chiare, precise e posizionate per perseguire uno scopo. Queste informazioni devono essere scritte secondo le regole del direct response marketing (marketing a risposta diretta) cosicché possano guidare l’utente ad effettuare l’azione che si desidera (es. contattarti per una consulenza, richiedere un bonus, iscriversi alla newsletter, acquistare etc.)

Il Marketing a Risposta Diretta è una tenica di comunicazione attraverso la quale puoi comunicare direttamente con clienti specifici (il tuo target appunto), con un rapporto uno a uno.

Questo ti consente di raggiungere un target definito, con azioni mirate che utilizzino una serie di strumenti, anche interattivi, ottenendo in tal modo risposte oggettive misurabili, quantificabili e qualificabili.

Rispetto agli altri tipi di comunicazione di marketing, ti consente di stabilire una relazione diretta e duratura con il tuo target, personalizzando i messaggi in funzione delle specifiche esigenze e caratteristiche del singolo cliente.

Per questo tutti i testi presenti al suo interno dovranno dare informazioni chiare e precise.
NON importa se troppo lunghi!

Anche qui dovrai tracciare (o chiedere di farlo) il comportamento degli utenti sulle tue pagine. In seguito decidi se ampliare o ridurre il contenuto delle informazioni.

Design (o aspetto grafico) di un sito web.

È ovvio che una grafica accattivante sia un buon biglietto da visita.

Meno ovvio è che una grafica semplice e pulita con delle foto coordinate siano più efficaci nel trasmettere informazioni oltre che a rendere la piattaforma davvero user friendly.

Il compito degli UX Specialist e Designer a cui ti rivolgerai è quello di creare le soluzioni di design che meglio si conformino al processo di acquisto del target e agli obiettivi di business per cui la piattaforma è nata.

Il tutto deve essere anche subordinato al mantenimento dell’immagine coordinata aziendale e al rispetto delle linee guida imposte dall’identità scelte per il tuo Brand.

Ricorda questa regola fondamentale: è il design di supporto al Copy, mai il contrario! Diffida dai creativi, pensare che essere creativo nella tua comunicazione sia l’unico modo che ti farà vendere di più è un errore che ti farà perdere un mucchio di soldi.

Concentra piuttosto la tua creatività nel trovare nuovi metodi per vendere meglio ciò che fai.
La comunicazione deve essere semplice ed efficace!

Test Stress e revisioni di un sito web.

Il tuo nuovo sito web dovrà essere “stressato” con una serie di test da parte dello staff tecnico.

Insieme a loro dovrai verificare che risponda perfettamente a richieste simultanee da parte degli utenti, inoltre verificherete il suo perfetto adeguamento ai vari dispositivi mobili (tablet e smartphone) in modo tale da garantirne la perfetta lettura su ogni tipo di schermo.

Con il tempo, visto che si è costruito questo sito web con i giusti presupposti e quindi ANCHE per il tracciamento, dovrai verificare, con gli appositi software, il comportamento dei tuoi visitatori che ti consentiranno di capire quali parti del tuo sito web dovranno essere modificate.

La progettazione di un sito web è un investimento non un costo.

Prima di indire un’indagine di mercato dovresti rispondere a queste domanda: “Quanto vale la mia azienda?” Vale le 1500€ proposte dalle agenzie web o vale di più? “Quanto vale la sicurezza di poter generare contatti e migliorare le mie vendite?” Vale il finto risparmio che un prezzo basso può darti?

Come abbiamo visto un sito web di successo richiede più competenze e il coinvolgimento di più figure, come ad esempio:

  • Un programmatore esperto
  • Un analista
  • Un copywriter
  • Un web designer
  • Un Marketer esperto

Se dovessi assumere tutte queste figure per la creazione di un sito web, o decidere di avvalerti di loro esternamente, il prezzo supererebbe quasi certamente le 10.000€ per il tempo di lavoro necessario alla realizzazione del sito stesso.

Certo con questo non voglio dire che se non hai 10.000€ da investire per creare un sito web professionale, non vai da nessuna parte.

Semplicemente il mio consiglio è quello di cercare di rivolgersi a un’agenzia più specializzata rispetto alle semplice web agency, e chiedere se all’interno hanno almeno due o tre delle figure professionali citate.

Roccia!

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Come gestire una pagina Facebook aziendale senza sbagliare.

Immagine articolo di blog Come gestire una pagina Facebook aziendale senza sbagliare

Come gestire e pubblicizzare una pagina Facebook aziendale?

È arrivato il momento di sfatare il mito del Social Media Marketing, inteso come disciplina a sé stante e come panacea di tutti i mali.

Attenzione! Se ti aspetti un articolo dove si parla dell'importanza del "promuoversi" online, e in particolar modo sui social networks, mi dispiace ma deluderò le tue aspettative.

In questo articolo ti spiego in maniera semplice e senza filtri come dovrai gestire e pubblicizzare correttamente e professionalmente la tua pagina Facebook aziendale.

Voglio concentrarmi, e vorrei che anche tu lo facessi, su come i singoli strumenti utilizzabili sul web siano completamente inutili in assenza di determinate caratteristiche aziendali, e in assenza di un’attenta analisi di mercato a monte di qualsiasi scelta aziendale.

Non mi stancherò mai di ripeterlo, un’attenta analisi è necessaria prima di ogni azione di Marketing, ed è fondamentale per ottimizzare al meglio strumenti e spese pubblicitarie.

Un’attenta analisi permette di capire:

  1. Se esiste mercato per la tua idea di business;
  2. Qual è il processo di acquisto del tuo target;
  3. Se esiste e come si muove la tua concorrenza.

Ma soprattutto:

  1. Come i tuoi potenziali clienti ti scoprono;
  2. Dove reperiscono le informazioni relative al tuo servizio/prodotto;
  3. Di quante e quali informazioni hanno bisogno;
  4. Quali sono i fattori presi in considerazione in fase di acquisto (benefici, rischio, urgenza, fiducia, prezzo etc.).

Soltanto dopo aver analizzato e compreso i punti che ti ho appena descritto potrai impostare una strategia di Marketing, scegliere e settare gli strumenti, impostare la strategia comunicativa e iniziare a misurare i risultati.

Considerando che in questo processo, Facebook è solo uno strumento e nemmeno il più importante, come diamine viene in mente a certi elementi di considerarlo una strategia? Senza contare che non è nemmeno l’unico social network che viene utilizzato a questo mondo.

In questo articolo ti spiego in maniera semplice e senza filtri come dovrai gestire e pubblicizzare correttamente e professionalmente la tua pagina Facebook aziendale.

Voglio concentrarmi, e vorrei che anche tu lo facessi, su come i singoli strumenti utilizzabili sul web siano completamente inutili in assenza di determinate caratteristiche aziendali, e in assenza di un’attenta analisi di mercato a monte di qualsiasi scelta aziendale.

Non mi stancherò mai di ripeterlo, un’attenta analisi è necessaria prima di ogni azione di Marketing, ed è fondamentale per ottimizzare al meglio strumenti e spese pubblicitarie.

Un’attenta analisi permette di capire:

  1. Se esiste mercato per la tua idea di business;
  2. Qual è il processo di acquisto del tuo target;
  3. Se esiste e come si muove la tua concorrenza.

Ma soprattutto:

  1. Come i tuoi potenziali clienti ti scoprono;
  2. Dove reperiscono le informazioni relative al tuo servizio/prodotto;
  3. Di quante e quali informazioni hanno bisogno;
  4. Quali sono i fattori presi in considerazione in fase di acquisto (benefici, rischio, urgenza, fiducia, prezzo etc.).

Soltanto dopo aver analizzato e compreso i punti che ti ho appena descritto potrai impostare una strategia di Marketing, scegliere e settare gli strumenti, impostare la strategia comunicativa e iniziare a misurare i risultati.

Considerando che in questo processo, Facebook è solo uno strumento e nemmeno il più importante, come diamine viene in mente a certi elementi di considerarlo una strategia? Senza contare che non è nemmeno l’unico social network che viene utilizzato a questo mondo.

Il Social Media Marketing,
come lo intendono queste capre, NON ESISTE!

A questa gente piace solo definirsi “socialmedia cosi” prendere il cliente con due inglesismi buttati qua e là nel discorso, mettere un paio di Hashtag a casaccio, due frasi motivazionali scritte con font diversi, magari sull’immagine di un tramonto che fa sempre scena e farsi grandi ai suoi occhi dicendo che con la loro “strategia” sono arrivati un sacco di Like.

Ovviamente manco uno dei Like è di potenziali clienti, e a seguito del loro mirabolante intervento il fatturato è pari a prima! Magari pure più basso.

Non mi credi? Guarda cosa è successo alla Melegatti sotto Natale, con il faccione di Valerio Scanu stampato sul cartone del pandoro e le loro mille gaffe sul tema omosessualità.

Il discorso è che non puoi basare la tua promozione online esclusivamente sui social network, e chi ti propone una soluzione a pacchetto senza analisi alcuna e senza aver analizzato insieme a te il processo di acquisto dei tuoi clienti ti sta truffando.

“Allora ti faccio 10 post a settimana, ti metto qualche hastag, taggo qualche amico e qualche bella foto. Tutto viene 205,50 €, signo’ che faccio, lascio?”

In pratica, quello che voglio dire è che certa gente andrebbe “gentilmente” accompagnata alla porta, con un bel calcio in culo. Creare e gestire una pagina Facebook Aziendale è una questione molto seria!

Tu e la tua azienda vivete di vendite, NON di like su Facebook! Non è un concetto così difficile, no?

Ma andiamo avanti perché vorrei che ti sia chiaro una volta per tutte questo concetto.

Perdonami se sono duro nel linguaggio, ma credo che sia ora che le aziende inizino a fare Marketing come si deve, investendo coscientemente il proprio denaro, accompagnate da VERI professionisti, competenti e onesti.

Quello che ti serve è sapere come si gestisce prima e pubblicizza dopo una pagina Facebook. Avendo a mente strategie, tattiche e obiettivi che – nel caso -, una pagina Facebook Aziendale dovrebbe perseguire.

Uno degli obiettivi del Marketing è quello di farti VENDERE un prodotto o servizio, che valorizzi il cliente, e generare così profitto per te e la tua azienda.

Per elaborare una strategia di successo quindi, si DEVE partire dallo studio del percorso/processo di acquisto che i tuoi clienti compiono di solito. Fase questa che si affronta nell’analisi del Target.

Qual è il percorso/processo standard che ogni cliente segue prima di un acquisto sempre, sia ONLINE che OFFLINE?

Eccolo qui:

  1. Riconoscimento del bisogno o del problema (stimolo o scoperta);
  2. Ricerca delle informazioni (online e/o offline)
  3. Valutazione delle alternative (posizionamento di mercato)
  4. Acquisto (coinvolgimento)
  5. Comportamento post acquisto (soddisfatto o insoddisfatto)

Per impostare bene una strategia di Marketing bisogna necessariamente concentrarsi su tutte e 5 le fasi del processo di acquisto del tuo Target. È necessario capire se il tuo potenziale cliente viene a conoscenza della tua soluzione attraverso uno stimolo oppure attraverso una scoperta.

Nella scoperta il potenziale cliente viene a “contatto” con il tuo prodotto/servizio, perché lo ha visto alla tv, ha letto un annuncio su un giornale o sito internet, ne ha sentito parlare da qualcuno etc.

Nella fase di stimolo il potenziale cliente, a causa di una necessità, un bisogno oppure di una passione, AVVERTE consapevolmente l’esigenza di possedere, utilizzare un certo prodotto o servizio, oppure desidera maggiori informazioni.

Lo stimolo genera anche azioni che permettono al potenziale cliente di “avvicinarsi” a ciò che gli interessa e di conseguenza anche alla tua azienda, sempre se questa è organizzata per catalizzare certe attenzioni.

Un corretta analisi fornisce le risposte a queste due domande:

  1. Dove e come i miei potenziali clienti scoprono (SCOPERTA) e in seguito se ne interessano (STIMOLO)?
  2. I miei potenziali clienti acquistano il tuo prodotto o servizio per risolvere un problema (BISOGNO)?

Con queste risposte ti sarà più facile individuare gli strumenti giusti per ottimizzare la tua comunicazione.

Facendo questo tipo di ragionamento, Facebook – e i social network in generale – svolgono un ruolo completamente diverso da quello che i “socialmedia cosi” vogliono far credere.

Il Social Media Marketing,
è quindi solo parte di un processo molto più ampio!

Lo stimolo spinge il tuo potenziale cliente a informarsi su ciò che si appresta ad acquistare. I motivi per cui acquisiamo informazioni sono vari, e spaziano dalle caratteristiche personali di ognuno di noi, al tipo di prodotto o servizio stesso.

Giusto per farti un esempio, il tempo che dovrai dedicare all’acquisizione di informazioni se vuoi comprare una casa, è decisamente maggiore al tempo che dedicheresti nel comprare un’automobile. È chiaro dunque che il processo di acquisto di una casa è più lungo ed articolato rispetto a quello per l’acquisto di un’automobile.

Dunque chiediti: Dove i tuoi potenziali clienti acquisiscono le informazioni di cui necessitano?

Solo dopo questi primi passi avviene l’acquisto. L’analisi e le risposte alle relative domande, ti permettono di capire in quale fase della strategia è opportuno inserire uno strumento, come Facebook, e decidere quale budget dedicargli.

Gli strumenti vengono dopo e si scelgono solo in funzione dei ruoli che svolgono nella strategia.

È questo il semplice motivo per cui non ha senso parlare di strumenti validi in tutti i casi e per tutte le aziende.

I social network sono consigliati per: l’intercettazione di una parte dei potenziali clienti, per la gestione dei leads e per la customer care

E tieni sempre conto che ne esistono diversi e l’analisi del processo di acquisto ti aiuterà a comprendere quale di questi i tuoi potenziali clienti utilizzano maggiormente.

Un consiglio? Non conviene mai vendere direttamente su Facebook (se non in rarissimi casi che non rappresentano comunque una regola).

Gestire e promuovere una pagina Facebook Aziendale.

Lo scopo ultimo di un social network, e nello specifico il tuo nello gestire la tua pagina Facebook, è riuscire a connetterti al tuo Target attraverso le connessioni specifiche del network, ad esempio per quanto riguarda Facebook sono i Like (oppure i gruppi). Dovrai poi, gestire queste connessioni nel tempo, integrando ANCHE altri strumenti.

Alla luce di tutto ciò sarebbe molto più corretto parlare di
Social Media Management e non Social Media Marketing.

Il Social Media Marketing non esiste, esiste il Marketing che è una strategia mirata alla VENDITA, non alle condivisioni, ai like, alla visualizzazione etc. che online viene amplificato attraverso il (Web) Marketing.

FACEBOOK E I SOCIAL NETWORK SONO ESCLUSIVAMENTE UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DELLA STRATEGIA, MAI E POI MAI IL CONTRARIO.

Detto ciò entriamo subito nel concreto ed eccoti qualche piccola dritta.

Ricapitolando la prima parte:

L’analisi dei bisogni e delle problematiche del tuo pubblico di riferimento (potenziali clienti) è SEMPRE IL PUNTO DI PARTENZA (almeno dovrebbe esserlo), prima di OGNI strategia e prima di ogni investimento.

Esistono strumenti che ti permettono di sapere come si sviluppano le ricerche dei tuoi potenziali clienti intorno al tuo settore di riferimento, e quali argomenti, domande, dubbi, richieste, fanno per risolvere i loro problemi o soddisfare i loro bisogni.

Entrare in possesso di queste informazioni ti permette di:

1. Sapere che tipo di contenuti produrre;

2. Sapere che tipo di offerte proporre al mercato;

3. Sapere che quale strategia comunicativa utilizzare.

Le pagine Facebook assomigliano sempre più e a tutti gli effetti a dei siti web. E come tali andrebbero utilizzati e configurati.

Per cortesia e per favore compila ogni caspita di campo che la pagina richiede, anche se non obbligatorio. Per te potrebbe sembrare un’informazione inutile, ma per il tuo cliente probabilmente no!

“Se non lo dici, il cliente non può saperlo”.

Mi ritrovo puntualmente davanti a pagine Facebook compilate e organizzate a metà e senza senso. Senza informazioni, senza motivazioni valide di connessione, contatto o di richiesta informazioni e dove la bacheca è piena di post fatti a casaccio.

Anche sotto il punto di vista grafico non devi inventarti nulla di trascendentale.

Osserva la tua pagina Facebook con gli occhi di un tuo potenziale cliente:

  • ti ispira fiducia?
  • si capisce subito che cosa offri/vendi?
  • le tue offerte e i tuoi contenuti sono chiari?
  • si capisce subito di cosa parli?
  • riesco a mettermi velocemente in contatto con te/prenotare/contattarti/ect?
  • i contenuti grafici sono leggibili facilmente e SOPRATTUTTO da mobile?
  • la foto profilo permette facilmente il riconoscimento della tua azienda/attività/brand/marchio?

Tracciamento e misurazione: il Pixel di Facebook.

Il Pixel è uno strumento messo a disposizione da Facebook stesso gratuitamente!

È uno strumento potentissimo che ti consente di tracciare il comportamento degli utenti che interagiscono con la tua pagina o con i tuoi contenuti, sia su Facebook sia sul tuo sito web.

Attivarlo è un gioco da ragazzi, configurarlo per un sito web un po’ meno, e quindi ti consiglio di avvalerti di una mano esperta.

Quali informazioni puoi avere grazie al Pixel di Facebook? Eccone solo alcune:

  1. Quanta persone interagiscono con la tua pagina o con i tuoi contenuti, anche se non mettono mi piace, commentano o condividono.
  2. Quante persone hanno interagito con la tua pagina o contenuti mettendo mi piace, commentando o condividendo.
  3. Quante persone hanno compiuto un’azione specifica.
  4. Per quanto tempo le persone guardano i tuoi video.
  5. Persone che hanno salvato i tuoi contenuti.
  6. Persone che hanno visitato una o più volte il tuo sito web o pagine specifiche dello stesso.
  7. Attribuire a una specifica sponsorizzata il successo di una conversione: contatto, messaggio, richiesta di offerta, acquisto etc.

Perché sono importanti queste informazioni?

  • Ti consentono di capire se alle persone piacciono i tuoi contenuti NONOSTANTE magari non si “espongono” con i “mi piace, i commenti o le condivisioni”.
  • Ti consentono di sapere qual è la dimensione del tuo pubblico migliore, cioè quello che ti segue e che è interessato a ciò che pubblichi.
  • Ti consentono di dirottare i contenuti commerciali su quel pubblico che ti segue maggiormente e che quindi è più sensibile alle tue proposte.
  • Ti consentono di potenziare i budget pubblicitiari su una o più specifiche sponsorizzate in quanto hai avuto modo di constatare che portano a più conversioni.
  • Ti saranno preziosissime più avanti al punto che ti spiego tra qualche riga…

Come fai a sapere se la tua agenzia web/creativa/fotonica ti ha attivato il pixel di Facebook e sta tracciando il comportamento dei tuoi utenti migliori?

È semplicissimo, segui le istruzioni a questo link: http://bit.ly/verificapixel

Se la tua agenzia o il tuo “social media coso” non ha provveduto ad attivare e configurare il tuo Pixel… bé… brutta, bruttissima notizia per te.

Strategia di Content Marketing: i contenuti della tua pagina.

Grazie alla prima fase (analisi pubblico) ora sai di che tipo di informazioni i tuoi potenziali clienti hanno bisogno.

Ogni quanto devo pubblicare?

E io che cosa ne so!!! Nessuno al mondo ha questa risposta e chiunque l’abbia è palesemente un buffone. Anche se nell’ultimo aggiornamento il caro Mark suggerisce di pubblicare frequentemente, io sono convinto di 3 cose:

1. Che se una persone è realmente interessata ai miei contenuti, attiverà le notifiche per essere avvisata a ogni mia pubblicazione, oppure tornerà sulla mia pagina con una certa frequenza. In alternativa nessuno aspetta con ansia il prossimo contenuto di un brand. 

2. Che se non ho nulla da dire, e quindi pubblicare, è meglio stare in silenzio piuttosto che condividere un contenuto di poco valore al solo fine di riempire la bacheca.

3. Col tempo e solo dopo essersi davvero impegnati, saranno gli utenti stessi a chiedere quanto, quando e come ricevere aggiornamenti da parte nostra

Che tipo di linguaggio devo utilizzare? Devo dare del tu o del lei?

A meno che tu non sia:

  • CocaCola
  • Mercedes
  • Mediaset
  • o aziende di un certo livello

(eppure ultimamente neanche loro utilizzano più “l’aziendalese”) devi dare del tu… PUNTO.

Devi utilizzare un tono comunicativo congruente all’archetipo del tuo Brand, NON formale ma come se stessi parlando con uno dei tuoi migliori amici: che cos’è in fondo un cliente che ti dà i suoi soldi!

Devi abbassare il più possibile la soglia del linguaggio in modo tale che il tuo interlocutore non si senta un imbecille.

Non utilizzare termini astrusi del tuo settore a meno che tu non ti rivolga a un pubblico di tecnici. Ad ogni modo utilizza sii chiaro e preciso!

Riesci a spiegare ciò che fai come se il tuo pubblico fosse composto da bambini di cinque anni?

Ricordati bene: raramente il nostro linguaggio “aziendale” corrisponde a quello dei nostri potenziali clienti!

Le critiche vanno cancellate?

No, nella maniera più assoluta!

Alle critiche dobbiamo sempre rispondere in modo tale che la conversazione che si viene a creare sia costruttiva per tutti i lettori, oltre ad anticipare le probabili obiezioni di altri utenti.

Ben inteso che, se la critica dovesse trasformarsi in offesa, abbiamo il sacrosanto diritto di bannare l’utente e cancellare il suo post offensivo.

Ma, se hai paura delle critiche e se soprattutto corrispondono a verità, l’imprenditoria caro mio non fa per te!

Utilizza le critiche costruttive SEMPRE a tuo vantaggio, soprattutto per migliorarti sempre più.

Che tipo di contenuti devo pubblicare?

È l’analisi che detta le regole della strategia comunicativa: concentrati sulla comprensione del tuo pubblico di riferimento e che desideri raggiungere. Cerca di impegnarti (ancora) nello studio del processo di acquisto del tuo target poiché è da quei risultati che evincerai la tipologia dei contenuti da sviluppare.

Ottimizza questi contenuti per l’esperienza da cellulare.

Cerca di essere tempestivo, di costruire credibilità, pertinenza e fiducia con il tuo pubblico e di NON generare mai e poi mai spam!

I tuoi contenuti dovranno essere sempre accurati e autentici… ergo, NON copiare!

Esempio di contenuti ammessi:

  • casi di successo o di studio
  • mostrare la metodologia/processo di lavoro/produzione/erogazione servizio
  • utilizzare un episodio reale quotidiano e trasformarlo in un contenuto rilevante per i tuoi utenti
  • le recensioni positive ricevute
  • guide/tutorial/come risolvere/come fare per
  • momenti di vita aziendali
  • giornali o personaggi famosi che menzionano te o la tua azienda
  • etc.

Soprattutto ricordati: nei tuoi contenuti, in tutti i tuoi contenuti, dev’essere rimarcato sotto più salse, il tuo posizionamento di mercato, e cioè tutte quelle caratteristiche che ti differenziano dalla tua concorrenza.

Tutto il resto è inutile tanto quanto il post di AUGURI dei giorni festivi!

Cosa NON devi fare assolutamente o NON devi pubblicare?

  • Non pubblicare news o novità del settore senza aver aggiunto una tua considerazione o riflessione a riguardo: a meno che tu non sia una testata giornalistica di riferimento! Ricordati che esistono canali appositi per la fruizione di questo tipo di contenuti.
  • Post che utilizzano la tecnica dell’acchiappa clic.
  • Post che rimandano fuori Facebook (a meno che non sia il tuo sito o il tuo blog) su altre piattaforme o siti web e che soprattutto possano far vivere al tuo utente una pessima esperienza di navigazione (es. pieni zeppi di annunci pubblicitari, popup che si aprono all’improvviso e ripetutamente, non ottimizzati per cellulari etc.).
  • Post con contenuti ingannevoli fuorviando così gli utenti verso azioni fastidiose.
  • Fare post taggando “milamile” persone (è fastidiosissimo!).
  • Fare un post con “milamila” hashtag (sono illeggibili!).
  • Invitare amici e conoscenti a mettere mi piace alla pagina, a meno che non rappresentino comunque potenziali acquirenti.

Consigli su come ottimizzare un post?

Le persone in genere NON amano perdere tempo in attività “non programmate” di loro iniziativa, soprattutto quando devono:

  • Ottenere un’informazione;
  • “Cazzeggiare” su Facebook.

Quindi se tanto devi “obbligarle” a leggere un tuo contenuto, che almeno capiscano nell’immediato quali benefici otterranno nell impiegare il loro tempo a leggerlo.

Perciò cerca sempre di configurare un post in questa maniera e in quest’ordine:

  1. Titolo argomento tra parentesi o simboli (quelle che vuoi);
  2. Testo dell’ergomento;
  3. Chiamata all’azione, invita i tuoi utenti a compiere un’azione.

Approfondiremo in altri articoli questo aspetto.

Chi deve gestire la tua pagina facebook, un’agenzia o tu personalmente?

Dipende dai casi.

Ad esempio io di solito NON gestisco quasi mai le pagine Facebook dei miei clienti (nemmeno attraverso la mia Azienda) poiché il più delle volte, per i clienti appunto, rappresenterebbe una spesa inutile. Piuttosto preferisco insegnargli come si fa.

Diverso è per la gestione delle Campagne Facebook Ads, cioè le sponsorizzate, a tutti gli effetti più complicate e dove sono necessarie competenze specifiche.

Che tipo di sponsorizzate devo fare?

Ancora una volta dipende dal processo di acquisto del tuo Target e dai tuoi obiettivi di business. 

Facciamo alcuni esempi:

a. Se hai aperto da poco un’attività immoble (ristorante, bar, negozio etc.) e vuoi farlo sapere a quanta più gente possibile, puoi fare una sponsorizzata con obiettivo copertura informando le persone di questa novità.

b. Se hai un’attività immobile e vuoi aumentare l’afflusso di clienti all’interno del tuo negozio, puoi fare una sponsorizzata con obiettivo traffico al punto vendita informando le persone di un’importante promozione, scontistica, nuovo menu etc.

c. Se vuoi aumentare il traffico verso il tuo sito o e-commerce puoi fare una sponsorizzata con obiettivo traffico.

d. Se vuoi aumentare le conversioni sul tuo sito o sul tuo e-commerce puoi fare una sponsorizzata con obiettivo conversioni.

Ad ogni modo e soprattutto se sei all’inizio inizio il consiglio è sempre di:

  1. Accrescere la community;
  2. Convertire la community in clienti paganti;
  3. Restare in contatto con la community per informarla, fidelizzarla e spingerla al ri acquisto, al passaparola e al rilascio di testimonianze o recensioni.

Misurazione e andamento della pagina: gli Insights.

Gli Insigghts sono le statistiche riguardo le performance dei tuoi contenuti e il comportamento degli utenti raggiunti. Grazie a queste statistiche potrai conoscere l’andamento della tua pagina e sapere se la tua strategia comunicativa sta funzionando, e cioè se il numero della community cresce, se le interazioni aumentano, se i fan si convertono in clienti paganti.

Grazie a queste informazioni puoi finalmente affinare la tua strategia su Facebook, le tue campagne a pagamento nonché i tuoi contenuti. Non solo. Puoi affinare anche il Target.

Come?

Grazie all’attivazione del pixel di Facebook infatti puoi creare dei tipi di pubblici, cioè persone specifiche a cui rivolgerti per i tuoi contenuti, che potrebbero essere più attive nell’interagire con gli stessi e di conseguenza più propensi ad acquistare da te. Cosa intendo dire? In assenza di pubblici creati ad hoc, quando fai una sponsorizzata, ti occupi di inserire manualmente interessi e dati demografici. Grazie al pixel invece, avendo la possibilità di tracciare gli utenti sulla tua pagina o sul tuo sito, puoi creare segmenti di persone affini per comportamento.

Quindi, se hai un e-commerce e c’è gente che acquista puoi chiedere a Facebook di intercettare persone simili – e cioé gente più propensa all’acquisto – senza che sia tu ad inserire manualmete caratteristiche sul target da intercettare.

«Dai la cera, togli la cera… »

Nel Marketing NON esistono verità assolute.

Ogni teoria, tecnica, tattica o strumento, va contestualizzato e testato in base al proprio mercato di riferimento e soprattutto nel contesto demografico e culturale in cui ci si trova a competere.

Quindi inizia mettendo degli elementi, misura e analizza in seguito e alla fine togli quello che non funziona.

Ripeti il ciclo da capo.

Proprio per questo ti prego di prendere SEMPRE questi miei preziosissimi consigli – frutto di anni e anni di errori e piccoli successi – con le pinze e testarli sulla tua attività. Ma, in sostanza, questo è il ciclo perfetto di una gestione efficace di una pagina facebook.

Può bastare solo questo?

Probabilmente No.

Ma sono più che sicuro che nel caso di piccole attività o soprattutto di attività immobili (attività con un punto vendita fisico per intenderci) siano più che sufficienti per ottenere già risultati importanti.

Roccia!