Immagine articolo di blog Come migliorare o rilanciare un’azienda

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Come si porta innovazione in un'azienda? Cosa vuol dire davvero fare innovazione?

Tutti che si riempiono di paroloni facendo il più delle volte solo degli sproloqui.

Come si fa ottenere più risultati nel business? Esiste un modo corretto? Perché esistono aziende di successo e aziende destinate a fallire? Cosa possiamo imparare dalla favola "La cicala e la formica"?

Cerco di risponderti nelle prossime righe.

Prima però, mi preme che tu legga questa storia, che sicuramente già conosci.
Ti aiuterà a smontare parecchie cose che probabilmente oggi consideri una legge.

“C’era una volta un’estate calda, e una cicala a cui non piaceva né sudare né far fatica. L’unica cosa che le piaceva fare era cantare tutto il giorno.

Sotto il ramo dell’albero dove stava sdraiata comoda, passava avanti e indietro una formica, tutta indaffarata a portare sulla sua schiena un sacco di cose: pezzetti di cibo, sassolini, legnetti ecc.

La cicala, vedendo quanto era sudata la formica, iniziò a prenderla in giro:
«Vieni quassù con me, signora formica. Fa più fresco e, mentre ti riposi, cantiamo insieme qualche canzone» e, così dicendo, iniziò a cantare.

«Grazie mille per l’invito, signora cicala, ma io sono molto indaffarata a mettere via provviste per l’inverno e a sistemare la mia casetta per proteggermi dal freddo, quando arriverà» e, così dicendo, continuò ad andare avanti e indietro per il prato, indaffarata.

«Ma l’estate è ancora lunga e l’inverno ancora lontano. Non preoccuparti adesso, ci sarà tempo più avanti per mettere via le provviste!», continuò la cicala.

La formica scosse un po’ la testa e continuò imperterrita il suo lavoro, senza più badare alla cicala.

«Fai come vuoi, formica mia. Io intanto mi godo questa meravigliosa giornata standomene qui rilassata a riposare» e la cicala riprese a cantare un’altra canzone.

Ma i giorni e poi i mesi passarono veloci. Arrivò l’inverno, col suo freddo e col suo ghiaccio.La cicala vagava per i campi e i prati arrabattandosi come poteva, recuperando qua e là qualcosa da mangiare e riparandosi dal freddo dove capitava.

Vagando vagando, una sera in cui il buio era sceso molto presto, incontrò una piccola casetta con la finestrella illuminata. La cicala aveva tanta fame e tanto freddo, così bussò alla porta. La porta si aprì ed uscì la formica. Quella era la sua casetta costruita con fatica durante tutta l’estate, dall’interno si sentiva arrivare un bel calduccio e un odorino di cibo molto invitante.

«Buonasera signora cicala, cosa ti porta qui da me?»«Buonasera signora formica», rispose tutta infreddolita la cicala, tremando nel leggero cappottino che aveva addosso. «Ho freddo, ho fame e non ho un tetto dove passare la notte.»

La formica guardò la cicala con compassione.

«Ah signora cicala, come ricordo bene le calde giornate d’estate in cui, mentre io faticavo per metter via provviste e costruirmi una casa, tu, beata sul tuo ramo al fresco e all’ombra, cantavi cantavi e cantavi… Beh, facciamo così: entra, per questa volta ti aiuterò e ti darò da mangiare e un letto per dormire. Tu però prometti che la prossima estate mi aiuterai a far provviste.»

La cicala, imparata la lezione, promise che avrebbe fatto la brava e ringraziò di cuore la formica per l’aiuto.”

Ti ho riproposto questa storia per presentarti due tipologie di imprenditori e di imprese.

Gli imprenditori della prima tipologia si comportano come la cicala. Vivono sugli allori di tempi d’oro, tempi che sono inesorabilmente passati senza che se ne siano resi conto. Definisco le loro imprese “prodotto-centriche”, proprio perché pensano che basti un prodotto che ha funzionato in passato per avere successo oggi e nel futuro.

Qui ci torna utile la morale della favola: chi non fa nulla, non ottiene nulla, per questo bisogna impegnarsi.

Poi abbiamo la seconda tipologia di imprenditori. Sono quelli che si impegnano. Questi ultimi, a differenza dei primi, hanno un approccio “strumento-centrico”. Sanno, cioè, che devono muoversi in qualche modo per dare nuova linfa al proprio business e per questo si concentrano su tutti gli strumenti che il Marketing mette a disposizione (pubblicità, pagina facebook, instagram, promozioni, volantini, annunci radio, sito web “simpatico” e così via).

Il 90% degli imprenditori che si rivolgono alla mia azienda (Rocket Marketing) per una consulenza rientra in questa seconda categoria.

Ma anche fare e impegnarsi, in assenza delle corrette informazioni e dei giusti strumenti, non basta più. Equivale a non fare.

Un prodotto/servizio sviluppato e pubblicizzato senza prendere in considerazione le esigenze del mercato e dei clienti, i punti di forza e debolezza dell’azienda stessa e il comportamento d’acquisto dei consumatori, è un prodotto destinato a fallire.

Ma un prodotto/servizio che fatica a collocarsi fuori da internet, perché dovrebbe avere speranze a collocarsi con internet?

Semplicemente non ne ha.

Dunque, succede che molti imprenditori cadono in errore nel vedere il web marketing – ma più in generale internet – come l’Eldorado che finalmente gli permetteranno di dare nuova linfa al proprio business.

Peccato che così non è, per 3 semplici motivi:

  • Partire dalla pubblicità è sbagliato (Web Marketing / Social Media Marketing / Volantini etc.);
  • La pubblicità amplifica ciò che un’azienda sta già facendo (nel bene o nel male);
  • La pubblicità è il risultato operativo di un piano di Marketing Strategico.

Nel 2018 ho formato più di 1000 imprenditori in tutta Italia, constatando che 9 imprenditori su 10 operano nella totale assenza di:

  • un Piano di Marketing Strategico e Operativo;
  • strumenti tecnologici di misurazione delle performance della propria azienda (analisi, tracciamento del comportamento dei consumatori, gestionali & crm);
  • strumenti di protezione personale e professionale.

Ora, con molta probabilità, ti starai chiedendo perché tutto questo dovrebbe riguardarti e interessarti. Semplice: è questione di cultura. Seguimi.

Un’azienda costruita senza cultura, opera senza valori chiari.

Operare senza avere ben chiari i propri valori, non educa le persone.

Non educare le persone non porta benefici né ai clienti, né ai dipendenti, né ai fornitori.

Se non porti benefici, chiudi.

Se chiudi si perdono posti di lavoro.

Quei posti di lavoro sono occupati da persone con famiglie.

Come vedi è un effetto domino che ti riguarda molto da vicino, a prescindere che tu sia un imprenditore, un lavoratore dipendente o sia senza lavoro. In verità, riguarda tutti noi.

È per questo motivo che fare Marketing è la mia missione su questa terra.

Molti pensano che il Marketing sia solo un’attività promozionale o pubblicitaria. Non per me, non per le mie aziende, non per i miei collaboratori, non per i miei clienti e non per i miei studenti.

Per me il Marketing è un’attività di protezione del business di un imprenditore e di tutte le persone in qualche modo coinvolte (collaboratori, famiglia, fornitori, clienti etc.).

Ne consegue che il Marketing, migliorando le condizioni generali di un’azienda (nei processi, nella scelta dei fornitori, nelle vendite, nei fatturati e così via) agisce di riflesso sulla vita di tutte le persone che hanno a che fare con quell’azienda.

Ogni imprenditore è direttamente responsabile della propria vita e indirettamente della qualità della vita delle persone che hanno deciso di affiancarlo e supportarlo.

È per questo che affermo sempre con orgoglio che il nostro lavoro consiste nel:

“Salvare letteralmente la vita alle persone, aiutandole a CAPITALIZZARE ciò che di buono hanno fatto e fanno ogni giorno.”

E aggiungo:

“Se ognuno avesse a disposizione gli strumenti giusti, se fosse in possesso delle giuste informazioni e se avesse accanto le giuste persone, nessuna impresa sarebbe impossibile.”

Il Marketing sta alla pubblicità come un medico chirurgo sta al suo stetoscopio.

La pubblicità è uno strumento. Ciò che conta è il ragionamento logico fatto per arrivarci.

Prima il Marketing, poi le attività di promozione.

Prima crea ricchezza, poi distribuiscila.

Prima investi, poi capitalizzi.

Attraverso i miei servizi mi rivolgo a imprenditori, manager, liberi professionisti, Startup e Privati, tramite il nostro metodo proprietario chiamato “Identifica. Pianifica. Amplifica.”

Il metodo – appunto – ha l’obiettivo di identificare i punti di forza e debolezza di un business, pianificare le strategia e le tattiche orientate esclusivamente agli obiettivi e, infine, mettere a punto azioni che vadano a proteggere, capitalizzare e amplificare i risultati.

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Angelo Loizzo

Angelo Loizzo

Sono un consulente di Marketing.
Aiuto startupper, freelancer e piccoli imprenditori a ottenere risultati concreti di Business tramite il mio Metodo di Marketing.

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